venerdì 15 ottobre 2010

PARIS MON AMOUR(2)




CHANEL:L'icone KARL LAGERFELD ci trasporta nello chic più assoluto, in un giardino regalo animato da tre fontane, abiti bianco e nero che riportano al vecchio stile con un nuovo viso,gonne, pantaloni e le mitiche giacche sono rinati, e modernizzati, in un glam più popolare, che ricercato.Davvero una grande collezione, che riafferma ancora una volta la grande genialità di KARL.Se devo fare un a critica, la dedico ai pantaloni a vita bassa che hanno cercato di "intrufolarsi" in questa stagione, sono decenti sulle modelle ma sulle donne comuni, sono una dimostrazione della propria volgarità, per questo avrei evitato di portarle in passerella.



DIOR:Tutti all'arrembaggio,GALLIANO porta in passerella mozze e capitani appena sbarcati sulla terra ferma degli anni 50.L'ambientazione, banale, ma sempre adatta, era carina ma gli abiti proprio no, volants, conchiglie, stelle marine hanno trascinato questa barca/sfilata alla deriva, abiti quasi ovvi e banali, non mi hanno convinto, anzi mi hanno fatto disgustare i colori sgargianti e quei vestiti con corde e fiori.Insomma, per questa stagione era meglio se GALLIANO e la sua ciurma restavano in mare aperto.



GIVENCHY:Premettendo che amo, anzi venero RICCARDO TISCI, devo però ammetytere a malincuore che la sfilat non è delle migliori, anzi.Inguardabili i pantaloni/gonna, che se non era per quelli, la sfilata sarebbe stata un successo, le acconciature sono favolose, il leopardato bianco nero favoloso, e le giacche da amare.Peccato però che quei cosi orridi abbiano rovinato tutto.



HERMES:Finalmente una sfilata, in cui vi è un tema e dei bei vestiti.Donna torero camminano sulla passerella/corrida, sicure di sè, come deve essere la donna HERMES a cui piace lo scambio di ruolo, rivisitando il tema spagnolo, ed evitando le banalità a cui si associa tale stile: ruote a strascico e fiori rossi, il colore é il nero presente ad ogni outfit, a cui vengono accostati colori tenui e forti, con un breve accenno ai bustier e alla pelle, gl'abiti migliori sono gli smoking, ovviamente abbinati al cappello a visiera rigidamente dritta.
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JEAN PAUL GAULTIER:Apparte la favolosa partecipazione della meravigliosa BETH DITTO, questa sfilata è un totale disastro.Premetto che odio le parrucche in una sfilata, poichè omologano troppo le modelle, ma soprattutto odio quella pettinatura che stava orrendamente a quasi tutte le modelle, gl'abiti poi non sono da meno; outfit in denim, in pizzo, calze a rete, bustier, giubbini in pelle, abiti con stampa floreale, occhialini 3D, volants, e tante, troppe altre ROBE.Una tale confusione si vede solo ai grandi magazzini, nel periodo dei saldi, non vi era un tema trascinante, o del tutto non vi era un tema, alcuni grandi designers pensano che essendo i migliori possono far sfilare un sacchetto,pensando che diventi subito un must, invece è il contrario; ad ogni sfilata devono riconfermare la loro maestosità e bravura.E non permettere, che in passerella viaggino abiti senza senso.



LOUIS VUITTON:Come può un grande, come MARC JACOBS, che aveva fatto sfilare a New York degli abiti così belli, creare una cosa così orrida, un miscuglio, indefinito, di colori cangianti, pizzi, giapponese, e frange, troppi stili, diversi fra loro, appartenenti a epoche diverse, che non si conciliano e questa sfilata ne è la prova, alcuni outfit erano PASSABILI, ma i peggiori qua sopra, sono improponibili, soprattutto per uno che si chiama MARC JACOBS.E che è al timone di una delle griffe di maggior calibro come LOUIS VUITTON.

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